In Cambogia i Khmer Rossi trucidarono tutti gli insegnati del paese, chiusero le scuole, cancellarono ogni forma di istruzione di qualunque grado, soffocando la nazione nella più brutale ignoranza. Chiaramente, ai figli dei dirigenti del partito fu comunque garantita la migliore istruzione possibile...
In Birmania accade più o meno lo stesso. La giunta militare birmana non ha sterminato la classe insegnante, tuttavia il sistema scolastico birmano è praticamente inesistente, mentre i figli degli alti ufficiali hanno accesso all'istruzione privata.
In Afghanistan i Talebani non hanno nulla di meglio da fare che sparare alle ragazzine che vanno a scuola: una bimba istruita è una bomba ad orologeria...
In Italia, beh nella nostra civilissima nazione, questi semianalfabeti che ci governano stanno facendo di tutto per cancellare l'istruzione pubblica, tagliando i finanziamenti alle scuole statali e finanziando le scuole private. Le scuole private, per definizione, dovrebbero essere private e competere nel "libero mercato dell'istruzione" (si parla tanto di rivoluzione liberale no?) con la scuola pubblica, senza alcun finanziamento pubblico. Questo vorrebbe una mente veramente liberale, ma l'Italia non è un paese liberale; qui si fa tutto per accontentare questi piccoli potentati economici, serbatoi elettorali, a discapito del bene comune.
E la sinistra ha le sue colpe, inutile nasconderlo: i governi di sinistra per primi hanno aperto una falla nel sistema dell'istruzione pubblica, falla che col tempo si è aperta a dismisura.
La nostra classe politica ha sempre trattato dell'istruzione pubblica come di un feudo delle politica, senza preoccuparsi di rendere il sistema scolastico italiano robusto, competitivo, efficente e, soprattutto, veramente accessibile a tutti.
La riforma Gelmini non è poi tanto diversa dai Kalashnikov dei Talebani.
Solo un problema di identità
giovedì 18 novembre 2010
martedì 16 novembre 2010
Sindrome di Babele.
Ovvero il bisogno compulsivo di imparare tutte le lingue con cui si viene in contatto.
Mi ha sempre colpito profondamente la narrazione biblica sulla nascita delle lingue della terra, non riesco infatti ad immaginare una punizione peggiore per il genere umano che quella che dio avrebbe inflitto agli uomini, mescolando le lingue, rendendo la comunicazione se non impossibile, quanto meno complicata.
Perchè la lingua disegna l'identità di un popolo, la sua capacità di pensarsi e di analizzare il mondo. La lingua disegna i confini dell'esperienza umana, traccia i limiti del territorio, identifica colui che è straniero...
Una lingua povera (come l'italiano parlato dalla maggior parte dei nostri connazionali) è espressione di un paese culturalmente debole. E mi viene spontaneo pensare che chi oggi esalta i dialetti locali (bellissimi, certo, ma pur sempre manifestazioni linguistiche estremamente limitate) viva in un mondo microscopico. La logica dell'énclave così come l'esasperazione dell'identità locale, sono i segni evidenti di un paese che sta soffocando nei propri confini.
Solo il pesciolino di Babele ci può salvare!:-)
Mi ha sempre colpito profondamente la narrazione biblica sulla nascita delle lingue della terra, non riesco infatti ad immaginare una punizione peggiore per il genere umano che quella che dio avrebbe inflitto agli uomini, mescolando le lingue, rendendo la comunicazione se non impossibile, quanto meno complicata.
Perchè la lingua disegna l'identità di un popolo, la sua capacità di pensarsi e di analizzare il mondo. La lingua disegna i confini dell'esperienza umana, traccia i limiti del territorio, identifica colui che è straniero...
Una lingua povera (come l'italiano parlato dalla maggior parte dei nostri connazionali) è espressione di un paese culturalmente debole. E mi viene spontaneo pensare che chi oggi esalta i dialetti locali (bellissimi, certo, ma pur sempre manifestazioni linguistiche estremamente limitate) viva in un mondo microscopico. La logica dell'énclave così come l'esasperazione dell'identità locale, sono i segni evidenti di un paese che sta soffocando nei propri confini.
Solo il pesciolino di Babele ci può salvare!:-)
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